giovedì 8 dicembre 2016

Condizioni della montagna

"I combattenti di alta quota sono favoriti dal fatto che in montagna si sta male, certamente, però si spara e si muore meno che in pianura, e non si affronta l’inesorabile roulette russa degli scontri di trincea. Anche sui ghiacciai crepitano le mitragliatrici e tuonano i cannoni, ma alla fine comandano l’intuito e l’esperienza dei montanari.Le valanghe e i fulmini sono i pericoli meno preventivabili in montagna. In pace e in guerra colpiscono senza preavviso. Se in tempo di pace le valanghe fanno vittime di sciatori avventati o sfortunati, nella Guerra Bianca colpiscono soldati al lavoro, uomini che si spostano nell’unico ambiente consentito: il pendio."
  













                                           
                                                                                       da: "il fuoco e il gelo"



La Guerra Bianca si riferisce al colore di ghiaccio e neve, al biancore delle nebbie e allo sfolgorio delle vette altissime. Le difficoltà del terreno erano tali da impedire per la massima parte dell’anno la semplice vita all’aperto, tra pareti di roccia e ghiaccio, enormi crepacci, creste vertiginose e friabili, del freddo e del gelo più feroci.

 

I contendenti: alpini, Kaiserjäger, ma anche semplici fanterie resistettero e lottarono prima contro gli elementi della natura e poi anche contro il nemico, del quale avevano il rispetto, l’ammirazione e col quale talvolta scambiarono persino il poco che avevano, poiché sapevano cosa significasse essere lì, sia pure con una diversa divisa, per obbedire a quei doveri, per seguire quella sorte forzatamente condivisa.



Sulle nuove porzioni occupate occorreva garantire la praticabilità delle vie d’accesso ed eventualmente delle vie di fuga. Nella nebbia, la marcia sui ghiacciai o pendii innevati doveva essere guidata da sequenze di paletti che impedissero ai soldati di perdersi e magari di finire nei precipizi, sulle rocce e sui crepacci.



Nessuno sarà mai in grado di stabilire quante siano state le cadute mortali, quanti gli scomparsi durante i trasferimenti e le marce delle corvee, sia tra le truppe che tra le colonne di prigionieri impiegati nei trasporti, di entrambe le parti.


Talvolta la poca esperienza di alcuni comandanti aveva costretto i lavoranti a costruire ricoveri in posti assolutamente sconsigliabili: si continuava a permanere in baraccamenti che sarebbero prima o poi stati spazzati dalla violenza del turbine e dalla forza distruttrice della neve accumulatasi più in alto.




 
                                                                                   
                                                                             da "Battaglie per la Trafojer" 



"Rimane così molto tempo ai soldati per lavorare e difatti questi hanno costruito quassù un vero paese scavato e costruito nella roccia, con le comodità che relativamente si possono avere. Noi ufficiali abbiamo una salettina riscaldata per la mensa ed un'altra con delle cuccette per dormire.
Come i sodati quando non combattono fanno tutti i lavori per accrescere le comodità del luogo in cui ci troviamo, noi ufficiali dobbiamo saper dirigere questi lavori svariati."

 
















                                                                       da “Il capitano sepolto nei ghiacci”

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