giovedì 8 dicembre 2016

I passatempi

"Certi giorni si rischia la pelle, altri giorni si prova a sciare se c’è neve, oppure si va a caccia di volpi e marmotte. Condividendo le condizioni climatiche estreme e i luoghi smisurati della guerra del 3000, gli italiani e gli imperiali si riconoscono simili secondo natura e avversari secondo dottrina: alleati nella tormenta, nemici nella battaglia.
"In una notte di luna d’inverno, gli ufficiali del Filon Del Mot si bardano con pastrani bianchi, prendono organetto, fisarmonica, moschetti, fiaschi di vino, e nuotando nella neve fresca avvicinano la postazione austriaca per “cantargliene una”. Gli imperiali sparano all’impazzata, mentre gli alpini intonano e stonano canti a squarciagola, cercando le note più acute e le strofe più insolenti. Anche quella è guerra di montagna, serve per ammazzare il freddo e l’attesa."
L’unico passatempo discreto è ammirare i grandiosi panorami diurni e notturni. Sarebbe bello partire in comitiva alla mattina e fare un’escursione sul monte Cristallo o altro e tornare la sera. Ma qui non si fa altro che camminare avanti e indietro per scaldarsi i piedi. Si va in esplorazione sui ghiacciai, si incontra il nemico, ci si scambia qualche fucilata, poi ognuno ritorna a  casa propria tranquillo e beato.”
L’umorismo e la scanzonatura fanno parte del codice della montagna; è un sistema efficace per esorcizzare la paura, il conflitto, la morte”
Fonte: “Il fuoco e il gelo”



Per il soldato non era previsto alcun momento di distrazione, tranne l’alcool che faceva parte del rancio e le prostitute. Furono infatti istituite nelle zone di guerra case di tolleranza gestite e controllate dalle autorità militari.”
Fonte: “Focus” 


"Per il resto ai soldati al fronte non rimane, in alcune fuggevoli pause dai combattimenti, che il rapporto mercenario in uno dei numerosi bordelli allestiti nelle retrovie dai comandanti militari. Squallide baracche in cui si guadagnano da vivere schiere di povere prostitute altrettanto dolenti, e anche angosciate dagli stessi problemi di sopravvivenza dei loro clienti.”
Fonte: “La Grande Guerra” di Nicola Caracciolo


Per passare il tempo leggo un po', un poco medito, un poco mi abbandono ai ricordi del passato. Penso a voi tante volte. Penso al giorno in cui ritorneremo uniti, al giorno in cui cesseranno le ansie vostre. Poi mi ricordo del luogo ove sono, scaccio le dolci memorie e mi reco ad ispezionare le sentinelle.”
Ora gli stiamo insegnando a cantare un poco meglio di quanto non sappia fare. Anche questo è un mezzo per passare il tempo, se qui non si bevesse e non si cantasse ci sarebbe da crepare d'inedia e di malinconia.”
Si è fatto di tutto per stare allegri, io ho cantato tutto il mio repertorio, un altro ha declamato tutte le poesie che ha imparato dalla scuola elementare in poi, un terzo ha fatto la lotta e la boxe con un quarto; abbiamo giocato alle carte, abbiamo bevuto quattro strepitose bottiglie, ci siamo fatti fare un robusto zabaione e due robusti caffè e finalmente ci siamo ritirati nei nostri gelati appartamenti.”
Ci è arrivato un cannocchiale da 40 ingrandimenti col quale possiamo osservare le posizioni nemiche comodamente, come se fossero a contatto con le nostre. Si vedono i minimi particolari, si conoscono gli individui, se parlassero una lingua più comprensibili, dai movimenti delle labbra si potrebbe comprendere qualcosa dei loro discorsi. E noi ci divertiamo ad osservarli.”
Fonte: “Il capitano sepolto nei ghiacci” di Giuseppe Magrin






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