Durante i 4 anni della Grande Guerra vennero arruolati in
Italia 5'900'000 uomini, e non è difficile realizzare che quelli che davvero
volevano farlo erano una piccola minoranza. A livello statistico si osserva che
questa chiamata alle armi colpì più dell’80% delle famiglia italiane e che la
maggior parte dei soldati di prima linea erano contadini, giovani e, forse in
maggioranza, analfabeti.
La chiamata alle armi prevedeva un iter molto meccanico:
documentazione, visita di leva ed arruolamento. Quando ancora l’Italia viveva
il suo “tempo di pace” le famiglie dei ventenni si videro recapitate a casa
alcune lettere di “cortese richiesta di sottoporsi a visita di leva”.
Orde di baldi giovani
impacchettarono quattro vestiti e un paio di scarpe e si diressero verso i
capoluoghi di provincia per sottoporsi alla visita di leva. Erano richieste,
più del resto, un’altezza minima di 154 cm e un giro-torace di 80 cm; si
richiedeva poi un livello accettabile di agilità e l’assenza di condizione
mediche di tipo psico-fisico. Una volta ottenuto il timbro di approvazione sul
proprio libretto destinato a sbiadirsi i neo-soldati cominciarono ad imbastire
le fila dell’esercito.
L’idea di una guerra imminente rimbombava nelle menti di
quei tanti giovani italiani che lasciarono la loro vita comune per dedicarsi
alla Naja (Probabilmente derivato dal veneto Te-Naja – inteso come tenaglia o
morsa).
cati come incapaci morali o fisici e, in minor parte, coloro che si appellavano al diritto allo studio o alla professione ai fini di sussistenza propria e/o familiare.
All'indirizzo http://www.cadutigrandeguerra.it/
è disponibile un portale online per la ricerca dei nominativi dei soldati
italiani della Grande Guerra, tratti dai grandi registri di arruolamento e dei
caduti.
tratto e adattato da:
www.ilpalio.org
www.storiacontemporanea.eu
www.valgame.eu
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